Per approfondire ...



Questa sezione viene aggiornata periodicamente con l'inserimento di contenuti multimediali, sitografie e suggerimenti di lettura sul tema della pratica della meditazione in carcere. Non volendo ambire alla completezza, qui verranno raccolti testi e riferimenti a esperienze compiute in Italia e all'estero, senza distinguere tra materiali che si ispirano a qualche tradizione contemplativa di matrice religiosa e quelli che invece si rifanno a protocolli laici: è attestato scientificamente, infatti, che gli effetti trasformativi della pratica della meditazione sulla consapevolezza del sé e del mondo ricorrono con la stessa incidenza, indipendentemente dal tipo di meditazione che viene praticata. Per inserire in questa sezione altri riferimenti, libri o articoli sul tema, puoi inviare una mail a: info@ilcerchiodellafarfalla.it.






documentario

Scontare la pena, fare Vipassana

Kiran Bedi, prima donna indiana Ispettore Generale Carcerario, lottò per la riabilitazione di migliaia di detenuti, promuovendo la pratica della meditazione nel carcere di Tijar, a Nuova Delhi, e diminuendo così il tasso di recidiva. In virtù dei risultati ottenuti, Kiran Bedi è stata premiata con una serie impressionante di riconoscimenti internazionali, tra i quali il "Ramon Magsaysay", noto come il "Nobel asiatico", consegnatole nel 1994. Bellissimo e commuovente appare il documentario sull'esperienza compiuta e raccontata dagli stessi detenuti.

Un libro che contiene un commento alla regola benedettina che non è possibile trovare altrove



James Bishop è nato in un convento vicino a Los Angeles, in California. Cresciuto con un'educazione cattolica, durante l’adolescenza entrò in contatto anche con altre religioni e si concentrò sulla contemplazione. Lavorò per oltre dieci anni in una software house
Successivamente fu condannato e imprigionato per gravi reati e durante il periodo di carcerazione fu reintrodotto alla pratica della meditazione attraverso la Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana, una sorta di “monastero senza mura” che conta gruppi ormai in 120 Paesi (per ulteriori informazioni puoi visitare la pagina web di questa comunità al sito www.wccm.org ). Interessante è la corrispondenza, sempre presente nel libro, tra monastero e prigione: in entrambi non vivono angeli o creature perfette, ma uomini e donne deboli e fragili, all'interno di luoghi segnati da perimetri non facilmente valicabili che, in carcere, sono muri e sbarre mentre in monastero sono delle meno minacciose siepi o cancellate: entrambi i luoghi sono segnati dalla clausura in cui è possibile coltivare i frutti di una pratica meditativa.  Questo libro è rivolto a tutti coloro che sono imprigionati nel mondo moderno, non solo detenuti in carcere, ma anche tutti coloro che combattono con difficoltà personali, emotive e psicologiche.

Inaugurata nella casa circondariale "Antonio Lorusso" di Palermo la prima sala di meditazione

La direzione del carcere palermitano insieme all'organizzazione di volontariato My Life Design (per maggiori informazioni si deva https://mylifedesign.org/ ), fondata da Daniel Lumera, hanno dato vita a un bellissimo progetto di insegnamento della pratica della meditazione in carcere che ha previsto anche l'inaugurazione di uno spazio specificatamente dedicato al silenzio, all'introspezione e alla liberazione della mente dai pensieri ruminanti di rabbia e rancore. 

Le neuroscienze dimostrano l'efficacia della Mindfulness per i detenuti

Sono molteplici gli studi che dal punto di vista sia psicologico che neurologico dimostrano l'efficacia della pratica della meditazione per ridurre gli stati di ansia, depressione e rabbia dei detenuti.
Ciò che sempre più ricerche sembrano evidenziare è che oltre a ciò, l'insegnamento della meditazione contribuisce anche a combattere il modo di pensare criminale e porterebbe alla riduzione delle infrazione delle regole carcerarie e della recidività. 
Tra i tanti risultati dell'insegnamento della meditazione sulle dipendenze da sostanze dei detenuti si segnala:https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25941214/
Per un'analisi sistematica di tutti gli studi condotti sui risultati dell'insegnamento dello yoga e della meditazione in carcere si veda: 
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26320031/ 
Per l'importanza della meditazione per il recupero di un'immagine positiva del sé come presupposto di un percorso trattamentale: 
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36056526/

Un libro che insegna come guardare la sofferenza da una prospettiva diversa 



L'autore del bestseller internazionale "Beautiful Boy", esplora la trasformazione interiore del condannato a morte Jarvis Jay Masters che incontra il buddhismo, la meditazione e l'amore per la vita nel braccio della morte del carcere californiano di San Quintino. Tenuto in isolamento e sconvolto da rabbia, ansia e attacchi di panico, il protagonista, nella disperazione più totale, ha avuto il coraggio di chiedere come si fa a meditare. Con sconvolgente chiarezza, l'autore descrive il graduale ma profondo cambiamento di quest'uomo che, nonostante un'infanzia e una giovinezza dedite al male, ha imparato a prevenire la violenza nel cortile del carcere e ad aiutare gli altri detenuti  a trovare un significato nella loro vita. In Italia l'Associazione Liberation Prison Project si ispira alla filosofia di matrice buddhista e si occupa di accompagnare persone detenute nell’attuazione di cambiamenti relativi alla propria disposizione mentale ed emotiva e nel comportamento sociale. Per maggiori informazioni si veda: https://www.liberationprisonproject.it/